«Dottoressa, ho gli attacchi di panico» è una delle frasi che mi sento dire più spesso. "Attacco di panico" è diventata una locuzione di uso molto frequente, ma non sempre quello che si prova corrisponde a quello che nel gergo "tecnico" viene definito in questo modo.

Premessa

Ho conosciuto e conosco davvero molte persone che pensano di “soffrire di attacchi di panico”. In pochi casi, tuttavia, ne ho riscontrato la presenza: infatti, manifestazioni più generiche di ansia possono essere confuse facilmente con alcuni dei sintomi tipici degli attacchi di panico. Si tratta, comunque, di un problema abbastanza diffuso e di cui ultimamente si parla molto: è forse anche per questo che la locuzione “attacchi di panico” è parecchio cercata sul web e che esistono moltissimi siti internet che affrontano il tema in qualche modo.

Come ho già detto nella Premessa a questa sezione del sito e in un articolo in cui ho cercato di spiegare come orientarsi sul web quando si cercano informazioni in tema di psicologia, se da una parte è ovvio e naturale che quando una persona avverte che qualcosa non va si metta alla ricerca di informazioni per comprendere meglio cosa succede e trovare eventualmente dei rimedi, dall’altra questa ricerca può portare a imbattersi anche in fonti non attendibili oppure in articoli che correttamente fanno riferimento ai sintomi caratteristici di un disturbo, ma nei quali è molto facile riconoscersi anche quando non si ha tale problematica. Sarà capitato a tutti di aver avuto, per esempio, un mal di pancia un po’ insistente e di aver cercato su internet le sue possibili cause, finendo col farsi venire il dubbio di avere qualche brutta patologia (un dubbio che, magari, indirettamente avrà anche fatto peggiorare il mal di pancia poiché avrà presumibilmente portato a un aumento dell’ansia e della preoccupazione!).

Detto questo, come sempre invito alla cautela nel leggere le informazioni che si trovano (anche quelle contenute in questo mio sito!) e a cercare di non giungere a conclusioni facendosi delle auto-diagnosi.

Attacchi di panico: quali sono i sintomi caratteristici?

Gli attacchi di panico sono stati di ansia o paura o disagio intensi, che tipicamente raggiungono l’apice nel giro di pochi minuti e si esauriscono in breve tempo (di solito pochi minuti o qualche decina di minuti). Compaiono improvvisamente e in modo per lo più inaspettato e senza che se ne identifichi una causa scatenante. Possono essere accompagnati da una grande paura di morire o di impazzire o di perdere il controllo e da sintomi fisici, che possono coinvolgere diversi sistemi del corpo, come quelli cardiovascolare, gastrointestinale e respiratorio: si tratta di sintomi spesso angoscianti e che per questo fanno allarmare la persona, anche perché alcuni di essi possono suggerire la presenza di un infarto o di qualche altro problema grave di salute (in realtà, gli attacchi di panico non sono pericolosi dal punto di vista medico e non causano un danno fisico). Tra i sintomi fisici, vi sono, per esempio, vertigini o senso di sbandamento, nausea, tremori, sensazione di formicolio o di intorpidimento alle estremità, sudorazione, brividi o vampate di calore, palpitazioni, accelerazione della frequenza cardiaca, fiato corto, senso di soffocamento, dolore al petto. A volte, possono esserci delle sensazioni inusuali, come quella di distacco dalla situazione o di irrealtà (chiamata in gergo “derealizzazione”) o di essere come distaccati da sé o dal proprio corpo (detta “depersonalizzazione”). In questi casi, può sembrare di essere spettatori esterni della situazione o di guardarsi come “dal di fuori”. Queste sensazioni, che possono risultare angoscianti e spaventose anche perché sono insolite, non sono un sintomo di una psicosi e, come detto, possono presentarsi nel corso di un attacco di panico, anche se non tutte le persone con un attacco di panico le sperimentano.

Da persona a persona c’è grande variabilità sia per quanto riguarda numero e tipo di sintomi che per quanto riguarda la frequenza con cui gli attacchi di panico si manifestano. Può capitare che una persona abbia un solo attacco di panico; altre persone possono averne per esempio uno al mese o alcuni in una stessa giornata.

Gli attacchi di panico possono comparire nell’ambito di altri disturbi d’ansia. Per esempio, se una persona ha una particolare fobia, potrebbe avere un attacco di panico se si trova di fronte all’oggetto della propria fobia. In questi casi, l’attacco di panico è atteso ed è identificabile un fattore scatenante, a differenza di quanto detto sopra.

Trattandosi di un’esperienza molto spiacevole, la persona che ha un attacco di panico può poi avere il timore di riviverlo. Questo è comprensibile e di solito viene chiamato “ansia anticipatoria” proprio perché la persona si aspetta in anticipo, temendolo, che avrà un altro attacco di panico. In alcuni casi, si può sperimentare una paura forte e persistente che insorgano nuovi attacchi di panico o per le conseguenze che si teme di avere da essi (per esempio, paura di avere un infarto, di impazzire, di perdere il controllo). Questo può portare a una limitazione delle proprie attività: per esempio, si può arrivare a evitare di trovarsi in luoghi o situazioni che si pensa possano favorire un altro attacco di panico o in cui precedentemente se ne era manifestato uno.

Disturbo di panico: quali sono le sue caratteristiche?

Attacchi di panico e disturbo di panico non sono la stessa cosa. Infatti, si parla di “disturbo di panico” (secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, DSM-5, cui ho accennato nell’articolo sulla diagnosi in psicologia) quando vi siano attacchi di panico ricorrenti e inaspettati e almeno uno degli attacchi è stato seguito da almeno un mese in cui ci siano stati una paura intensa e persistente di avere ulteriori attacchi di panico (o delle conseguenze che si crede possano derivarne come, per esempio, avere un infarto o impazzire o perdere il controllo) e/o cambiamenti nel proprio comportamento che hanno la finalità di evitare le situazioni che si pensa possano favorire un altro attacco di panico o in cui magari un attacco precedente si era verificato.

Dunque, se si ha un attacco di panico (ma anche più di uno), questo non deve portare a pensare di soffrire necessariamente di un disturbo di panico.

Nel DSM-5 il disturbo di panico è inserito nel capitolo sui disturbi d’ansia, di cui ho parlato nell’articolo ad essi dedicato.

Differenza tra attacchi di panico e ansia

Come ho accennato, uno stato di ansia, anche intenso, è qualcosa di diverso rispetto a un attacco di panico: l’attacco di panico si caratterizza, infatti, per essere una condizione che si manifesta all’improvviso ed è chiaramente distinguibile dalla persona rispetto ai momenti precedenti e successivi (con sensazioni molto diverse da quelle che la accompagnavano prima e dopo l’attacco); il raggiungimento dell’acme si ha in un tempo molto breve (qualche minuto) e la risoluzione è pure abbastanza breve. Quello che comunemente viene definito come “attacco d’ansia”, invece, fa generalmente riferimento più che altro a sensazioni di apprensione, preoccupazione, agitazione, irrequietezza, irritabilità, tensione (anche muscolare). Esse possono essere una normale risposta a un periodo stressante o a eventi o condizioni di vita per qualche motivo preoccupanti. A volte, possono essere problematiche che, insieme ad altre caratteristiche, possono rientrare nel cosiddetto disturbo d’ansia generalizzata o in altri disturbi d’ansia. Attenzione a cercare, però, una diagnosi “a tutti i costi”: le diagnosi dicono ai clinici molto meno di quello che i “non addetti ai lavori” pensano!

Che fare?

Spesso, la persona che ha avuto uno o più attacchi di panico a un certo punto smette di averli, anche in assenza di terapia. In altri casi, essi tendono a ripresentarsi e si può sviluppare un disturbo di panico. A prescindere dal fatto che lo chiamiamo o meno “disturbo”, gli attacchi di panico possono preoccupare la persona e crearle disagio o limitazioni eccessive e che si vorrebbe evitare. Esistono terapie efficaci per fare fronte a questi problemi, per cui è bene, quando se ne senta la necessità, rivolgersi a un professionista.

Bisogna sapere che...

  • uno stato di ansia, anche particolarmente intenso, non è la stessa cosa di un attacco di panico;
  • avere un attacco di panico o qualche attacco di panico non significa soffrire di un disturbo di panico;
  • gli attacchi di panico non sono pericolosi per la salute, nonostante i sintomi fisici che di solito li accompagnano possano far preoccupare da questo punto di vista la persona che li ha avuti;
  • ansia e paura sono sentimenti che tutte le persone possono normalmente sperimentare nella loro vita, soprattutto in momenti particolari o a seguito di situazioni pericolose, difficili o stressanti. Sperimentare questi sentimenti non significa avere un disturbo di panico.

Attenzione ai termini!

Psicologi, psicoterapeuti, psichiatri sanno che certi termini che vengono usati nelle descrizioni nosografiche (vedi l’articolo sulla diagnosi psicologica) non hanno proprio lo stesso significato che posseggono nel linguaggio “comune” (non appartenente al gergo professionale), e che alcune parole che nel linguaggio comune sono magari abbastanza vaghe, in quello professionale assumono significati più precisi e definiti. Per esempio, dire che in un disturbo di panico si manifestano attacchi di panico “ricorrenti” può significare cose anche molto differenti per un professionista della salute mentale e per una persona che ha una formazione e un lavoro di altro tipo. Inoltre, termini di questo genere vanno sempre contestualizzati e uniti ad altri “indizi” che possano dire di più sulla problematica vissuta dalla persona. Questi sono alcuni dei motivi per i quali non bisogna cedere alla tentazione di farsi da soli una diagnosi.

Bibliografia

American Psychiatric Association, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition, DSM-5, Arlington, VA, 2013 [Tr. it. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione, DSM-5, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2014].

M. B. First et al., Learning DSM-5 by Case Example, American Psychiatric Association Publishing, Washington, 2017 [tr. it. Dal DSM-5 alla clinica. Casi esemplificativi, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2019].

https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/d/disturbo-di-panico.